Nel video l’intervista a Prof.ssa Cristina Mussini, Direttore Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero universitaria di Modena

Il Tocilizumab riduce la mortalità dei pazienti affetti da polmonite severa dovuta al Covid-19 del 75%. A dimostrarlo è uno studio tutto emiliano-romagnolo pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Rheumatology e al momento risulta il più importante al mondo per quanto riguarda la numerosità dei pazienti coinvolti e la metodologia statistica. Coordinatrice della ricerca è stata la professoressa Cristina Mussini, Direttore della struttura complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero universitaria di Modena. L’idea di puntare su questo farmaco, ha spiegato ai nostri microfoni la professoressa Mussini, è nata non appena scoppiata l’emergenza, quando, provato sui primi pazienti ricoverati, ha avuto effetti molto positivi. Il Tocilizumab è stato quindi utilizzato su tutti i pazienti, non solo per via endovenosa, le cui quantità erano limitate, ma anche somministrandolo per via sottocutanea, molto più reperibile. Lo studio ha permesso di capire che i due tipi di somministrazione hanno un’efficacia analoga e sono in grado di ridurre la mortalità in modo rilevante su un ampio campione di pazienti. Lo studio pubblicato, si basa sul fatto che, come è noto, durante le polmoniti severe si scatena un’abnorme risposta del sistema immunitario che produce una risposta infiammatoria esagerata, responsabile del danno polmonare. Questa eccessiva risposta immunitaria è in parte governata dalla interleuchina 6, che viene inibita proprio dal Tocilizumab. Se questi risultati saranno confermati da studi randomizzati più estesi, già in corso, i medici avranno a disposizione un’importante arma nella lotta a una delle più gravi complicanze del COVID19. Non c’è invece contrasto, spiega la professoressa Mussini, con lo studio di Reggio Emilia che sosteneva l’inefficacia del farmaco su un diverso campione di pazienti.