Siamo solo ai primi giorni di luglio, agosto il mese del solleone non è ancora arrivato ma questo 2022 nel primo semestre è stato già classificato come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, e precipitazioni praticamente dimezzate lungo tutta la Penisola con un calo del 45%. Dati allarmanti quelli emersi da uno studio presentato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini. L’anomalia climatica più evidente quest’anno si è avuta a giugno quando la colonnina di mercurio ha superato di ben +2,88 gradi la media stagionale. Uno stravolgimento che pesa sulle coltivazioni, con una siccità che ha causato già danni per oltre tre miliardi nelle campagne, ma anche sull’ambiente, dagli incendi triplicati allo scioglimento dei ghiacciai, di cui la tragedia della Marmolada è il più drammatico esempio. Il caldo impatta anche sulle rese agricole con cali medi del 45% per il mais e i foraggi per l’alimentazione degli animali, minacciando di condizionare la produzione anche in futuro. Una situazione drammatica resa ancora più evidente dallo stato dei fiumi, a partire da quelli del nostro territorio ormai completamente in secca e con il Po diventato una grande distesa di sabbia.