Sono due fratelli marocchini di 26 e 54 anni i principali sospettati per il brutale omicidio del 36enne Jaouad Dejli. Il loro arresto è stato formalizzato per l’aggressione compiuta ieri intorno all’ora di pranzo, pare nell’ambito di spaccio di sostanze stupefacenti. I due fratelli si trovano ora rinchiusi nel carcere di Modena con l’accusa di omicidio volontario in concorso, in attesa dell’udienza di convalida del fermo. Le indagini coordinate e condotte dalla Procura della Repubblica insieme ai Carabinieri di Sassuolo e al Nucleo Investigativo di Modena hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dei due marocchini, che, secondo le ricostruzioni, avrebbero colpito con ripetuti colpi di bastone e da almeno una coltellata il loro connazionale Jaouad Dejli. Proprio quest’ultima sarebbe stata mortale. L’arma del delitto, un coltello di dimensioni importanti, è stata posta sotto sequestro. Il 36enne è stato colpito all’inguine, da un colpo che gli ha reciso l’aorta, lasciandolo dissanguare. La vittima non è arrivata viva in ospedale, nonostante le operazioni di soccorso dei sanitari che hanno cercato di rianimarlo. L’uomo è riuscito a trascinarsi lungo la strada per chiedere aiuto, prima di accasciarsi privo di forze. I suoi aggressori hanno anche sradicato un cartello stradale per colpirlo. Jaouad Dejli era da poco tornato in Italia dal Marocco, nel tentativo, così ha spiegato il fratello, di ricongiungersi con la moglie, italiana, da cui aveva avuto tre bambini. La loro relazione era peggiorata, tanto che lei lo aveva denunciato per maltrattamenti. Da lì, lui era ripartito per il Marocco. Il giorno dell’omicidio aveva appuntamento con il proprio avvocato di fiducia, non è chiaro se per parlare proprio della denuncia per maltrattamenti o perché avesse paura di qualcos’altro.