Cosa ha causato la falla nell’argine del Panaro? L’allagamento che ha costretto all’evacuazione di circa 450 persone tra Modena, Castelfranco e Nonantola era evitabile? Sono queste le domande che si fanno sempre più pressanti mano a mano che passano i giorni dal dramma di domenica. La Regione ha chiesto ad Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, di istituire una commissione tecnica speciale che accerti le cause alla base del cedimento dell’argine, dato che su di essa ricadono gli interventi ordinari e straordinari sui reticoli di Secchia e Panaro. La Giunta ha poi annunciato che riferirà domani in Assemblea legislativa su quanto accaduto a Modena in quella domenica da incubo e su quanto si sta programmando. A svolgere la relazione sarà l’assessora regionale alla Protezione civile, Irene Priolo. Ma intanto si moltiplicano le interrogazioni, soprattutto da parte dell’opposizione, che chiede di dare conto delle risorse stanziate per la sicurezza dei fiumi e dei tempi di intervento. “Come sono stati impiegati i 210 milioni di euro stanziati dal governo dopo l’alluvione del 2014, se dopo solo sei anni, una pioggia di 24 ore ha messo nuovamente in ginocchio il sistema idraulico modenese?” Ha chiesto il consigliere Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia, incitando a fare chiarezza sugli interventi di manutenzione di Secchia e Panaro. Il Movimento 5 Stelle chiede invece agli enti locali e territoriali di dare conto di quanto accaduto attraverso il ministro dell’ambiente Sergio Costa. In particolare su quanto accaduto all’argine del Panaro, “poiché pare che l’argine abbia ceduto proprio in un punto già segnalato per la sua fragilità” scrive la senatrice Maria Laura Mantovani. Nel frattempo, nessuna ipotesi è ancora stata avanzata da Aipo per quanto concerne la falla. Intanto i cittadini che sei anni fa hanno vissuto la terribile alluvione di Bomporto continuano a domandarsi se quell’evento drammatico abbia realmente insegnato qualcosa