Dopo le ultime drammatiche inondazioni che hanno interessato e messo in ginocchio più volte territori emiliano romagnoli, ora, forse, in fondo al tunnel sembra percepirsi una luce. Uno studio del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari di UniMoRe dimostra che è possibile prevederle. Pubblicato sulla rivista Advances in Water Resources e firmato da Simone Pizzileo, Giovanni Moretti e Stefano Orlandini, mostra come sia oggi possibile preannunciare le inondazioni delle piene alluvionali in tempi di calcolo brevi, dell’ordine dei 10 minuti, e con il dettaglio della singola abitazione o del singolo insediamento industriale. Una rivoluzione in merito. I ricercatori spiegano la necessità di disporre di modelli numerici che descrivano in anticipo l’evoluzione nello spazio e nel tempo dell’inondazione quando si ha un sormonto o un collasso arginale, come è successo in diverse occasioni negli ultimi anni nei territori di Modena e Reggio Emilia e nel 2023 in Romagna.  Con l’innovazione apportata da questo lavoro, come specifica il Professor Stefano Orlandini, si riuscirà per esempio a preannunciare quali case saranno allagate e quali rimarranno invece all’asciutto all’interno di una città inondata durante eventi come quello di Milano in questi giorni. Informazioni assolutamente determinanti al fine di supportare le operazioni di soccorso e la sicurezza delle persone, degli animali, e anche dei beni che sono minacciati dalle acque.