L’Ufficio scolastico regionale ha pubblicato i risultati di un’indagine sugli hikikomori, i giovanissimi che rinunciano in modo radicale alle relazioni sociali smettendo di frequentare la scuola

Hikikomori è il modo in cui in Giappone vengono chiamati gli adolescenti e i preadolescenti che si ritirano dalla società: niente più scuola, né amici, né sport, e spesso nemmeno relazioni famigliari. Il mondo si riduce alla propria stanza, al proprio computer ed esclude ogni possibilità relazionale: insomma, la scelta di una cella d’isolamento, al posto della vita. Secondo un’indagine dell’Ufficio scolastico regionale in Emilia-Romagna se ne contano 346, 68 dei quali nella provincia di Modena. Pur non sussistendo sempre una precisa responsabilità genitoriale, è indispensabile sensibilizzare le famiglie a proposito della necessità di un’analisi attenta dei ragazzi e della loro vita interiore, indispensabile a prevenire il rischio di isolamento, sottolinea il Prof. Mariotti, ponendo l’accento sul tema dell’ascolto. Una patologia che presenta diversi gradi di intensità: dai casi più leggeri, alle psicopatie più gravi, quando i ragazzi arrivano perfino ad evitare il contatto visivo coi genitori e a ricevere i pasti attraverso nella propria camera. Non a caso l’indagine regionale proviene dall’ufficio scolastico: è infatti la scuola l’istituzione che per prima si accorge delle tendenze all’isolamento e del ritiro sociale, riuscendo in alcuni casi anche ad anticipare gli esiti peggiori e a cogliere i primi segnali di isolamento. Indispensabile però da parte del sistema scolastico non concentrare l’attenzione non sul rendimento dello studente in termini di voti, ma osservare anche la componente umana e sociale.

Nel video l’intervista a Mauro Mariotti, Neuropsichiatra