Si chiude senza colpevoli il caso avviato dalla Procura per stabilire eventuali responsabilità sulla rottura dell’argine del fiume Secchia durante l’alluvione del 2014. Unici responsabili gli animali selvatici

Gli unici colpevoli del disastro provocato dall’alluvione del 19 gennaio 2014 sono gli animali selvatici e le tane scavate negli argini del fiume. A cinque anni da quella tragedia che sconvolse i territori di Bastiglia e Bomporto provocando la morte di Oberdan Salvioli, la Procura ha sancito che non sono emerse colpe da imputare all’uomo e ai tecnici dell’Aipo. Subito dopo la tragedia era stato avviato un fascicolo per accertare eventuali responsabilità: erano stati raccolti dati in merito allo stato di manutenzione degli argini e i dati pluviometrici per capire il livello dell’acqua. Tre gli imputati coinvolti nell’inchiesta, due tecnici e un dirigente Aipo. Ora il giudice per le indagini preliminari ha deciso per loro il ‘non luogo a procedere’. Era l’alba quando all’altezza della frazione di San Matteo l’argine del Fiume Secchia si ruppe dando inizio ad un vero e proprio incubo. Case e strade furono invase dal fango con danni per milioni di euro. Cinque anni dopo l’alluvione sono stati portati a termine solo un terzo di quelli previsti dai fondi stanziati. Nel 2019 si apriranno nuovi cantieri per 43 milioni di euro, per rendere più sicuro il nodo idraulico Secchia-Panaro e le arginature dei due corsi d’acqua.