Studenti, genitori, politici: si sono mossi tutti per sostenere Damiano Cassanelli, rappresentante d’istituto Barozzi che rischia una sospensione di 12 giorni da scuola dopo che, nel corso dello sciopero del 28 novembre scorso che si stava svolgendo senza l’autorizzazione della dirigente scolastica Lorella Marchesini, ha rilasciato dichiarazioni ai microfoni di TVQUI per farsi portavoce di criticità relative alla vita scolastica. Un caso che ha assunto risonanza nazionale ed è finito sulla scrivania del Ministro all’Istruzione, Giuseppe Valditara, con interrogazioni parlamentari sulla vicenda presentate da Alleanza Verdi e Sinistra, Pd e M5S. E la risposta è arrivata, senza però entrare troppo nel merito di quanto accaduto: «Alla luce delle verifiche fatte, la sanzione della sospensione di 12 giorni risulta essere stata comminata allo studente a larga maggioranza dal Consiglio d’istituto, organo rappresentativo di tutte le componenti scolastiche. Qualora lo studente – si legge nella nota del ministero – si ritenesse leso nei suoi diritti potrà appellarsi all’organo di garanzia istituito presso l’Ufficio scolastico regionale, che provvederà a valutare la conformità della sanzione al regolamento d’istituto e la correttezza della procedura». Stop. Damiano può fare ricorso. È quanto basta per non addentrarsi in polemiche e che pure hanno a che fare con la libertà di espressione. Una “non risposta”, l’ha definita l’avvocato dello studente Stefano Cavazzuti che, nei giorni scorsi, aveva auspicato un intervento ministeriale ad hoc e l’invio al Barozzi, da parte del dicastero di viale Trastevere, di appositi ispettori. Nel frattempo, Damiano è ancora in attesa della notifica del provvedimento disciplinare, che tra l’altro mette a rischio la sua ammissione alla maturità. Nella speranza di un dietrofront da parte della dirigenza scolastica, il caso è ormai destinato a fare ancora discutere.