Intende conoscere la verità sino in fondo Mohamed Sakka, il fratello di Taissir, il 30enne tunisino trovato morto con una vistosa ferita alla nuca, domenica 15 ottobre nel parcheggio del Dopolavoro ferroviario in via Nicolò dell’Abate, a due passi dalla stazione ferroviaria di Modena. E per farlo è stato necessario sporgere denuncia, cosa che ha fatto nell’immediatezza del ritrovamento del cadavere. Ad ora è indagato un carabiniere, altri 5 invece sono stati raggiunti da un avviso di garanzia per lesioni. Al fine di arrivare alla verità Mohamed Sakka si è affidato ad un avvocato già esperto in casi simili, Fabio Anselmo di Ferrara. Suoi i casi di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. Ad un quotidiano locale, il fratello di Taissir si dice certo che il 30enne sia stato ucciso, anche se dai primi esami eseguiti nei laboratori di Medicina Legale sembrerebbe che la morte del giovane non sarebbe stata provocata da lesioni. Ma sono solo i primi accertamenti, per arrivare ad avere un quadro preciso saranno necessari ulteriori approfondimenti. Ciò che è più chiaro, invece, è il lasso di tempo che va dalla sera precedente a circa sette ore prima del ritrovamento. Sabato 14 ottobre i due fratelli erano a Ravarino dove hanno infastidito un gruppetto di giovani del posto presso il circolo Arci. Un acceso diverbio che ha richiesto l’intervento dei Carabinieri. I fratelli, visibilmente ubriachi, sono stati condotti in caserma a Modena, e denunciati. Le telecamere di video sorveglianza hanno ripreso la loro uscita dalla caserma intorno alla mezzanotte e le immagini non rivelano lesioni al volto. Più tardi nelle vicinanze della stazione i due hanno incrociato nuovamente i militari e questo ha fatto scappare Taissir di cui si sono perse le tracce fino alla scoperta del suo cadavere verso le 9 di domenica mattina, 15 ottobre. Ora è tutto nelle mani di Fabio Anselmo, il legale ferrarese