Al 12 dicembre scorso erano già 120 le persone per lo più senza fissa dimora intercettate sulle strade di Modena ed accolte in strutture pubbliche gestite dalle associazioni di volontariato di Modena. Numeri che fanno prevedere che anche quest’anno si potranno raggiungere le quantità di assistiti dello scorso ano nel quale vennero accolte 216 persone. Tra questi 42 italiani, spesso sprofondati al di sotto della soglia di povertà, ma la maggior parte sono stranieri 174 quelli accolti lo scorso anno, di cui la maggioranza irregolari. Dati diffusi ieri alla sala Pucci nell’appuntamento organizzato dal Comune per fare il punto con la rete di associazioni coinvolte e per proporre nuove soluzioni per la gestione del problema. Ed è quello degli stranieri irregolari o che usciti dopo una media di due anni dai percorsi di accoglienza e non avendo i requisiti necessari per ottenere asilo, rischiano di diventarlo, che si è concentrata la maggior parte degli interventi. Lacasa delle donne propone di istituire contributi pubblici per le donne straniere che devono frequentare corsi di specializzazione da restituire una volta trovato lavoro. Altre proposte dall’associazione Fratres Mutina che giù avanza corsi di inglese gratuiti. Da Padre Giuliano Stenico, presidente Ceis, una proposta alla politica per uscire dall’inattività di stranieri richiedenti asilo che per tutto il periodo dell’accoglienza, anche di due anni, prima di potersi vedere accogliere o respingere la richiesta di asilo, di fatto non hanno possibilità di lavorare.