L’Emilia-Romagna al primo posto per strutture sanitarie. Questo il risultato premiante per la nostra regione, del rapporto annuale dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari, Agenas. Una classifica che riconosce la capacità delle sue strutture sanitarie di soddisfare il bisogno di salute dei cittadini. Ma il risultato è ancora migliore perché la sanità regionale ha ottenuto il punteggio di 1.11, contro il livello 1 richiesto, significa che le nostre strutture sanitarie sanno offrire più prestazioni di quante siano richieste dagli abitanti. Dopo la nostra regione, si posizionano Lombardia (1.06), Veneto e Toscana (entrambe con un indice di 1.02). Nonostante questo, l’Emilia Romagna, come lo stesso assessore alla Sanità Raffaele Donini ha riconosciuto, sta affrontando un momento di forte criticità con la riforma dell’emergenza urgenza e l’attivazione sul panorama sanitario regionale dei nuovi Centri di assistenza e urgenza, comunemente conosciuti come Cau, quelle strutture, ricordiamo, in grado di accogliere i codici bianchi e verdi con l’obbiettivo di alleggerire la pressione sui pronto soccorso, in questo periodo presi d’assalto a causa non soltanto del Covid, ma anche dei picchi di influenza spesso con complicanze respiratorie. Al 28 dicembre, sono 19 i Centri assistenza urgenza operativi sul territorio regionale. Su Modena l’11 dicembre è stato inaugurato quello a Castelfranco Emilia che al 25 dicembre ha registrato 464 accessi e il 18 quello di Finale Emilia che alla stessa data ne ha registrati 165. Nonostante questo, il periodo natalizio ha esposto i pronto soccorso modenesi ad una fortissima pressione, specialmente su Pronto soccorso e reparto di Pediatria per bronchioliti, Covid e stati influenzali. Quello del Policlinico di Modena tra il 23 e il 26 ha accolto 500 bambini, oltre ai propri genitori. Un affollamento definito fuori da qualsiasi logica.