È una regione a tre colori quella che si affaccia su una settimana che gli esperti preannunciano essere difficile dal punto di vista del contagio. Se il Governo la settimana scorsa ha risparmiato la nostra regione, mantenendola in zona arancione secondo i numeri elaborati dalla cabina di regia, le ordinanze firmate dal governatore Stefano Bonaccini hanno scurito circa il 60% del territorio. Modena e Bologna sono in zona rossa da giovedì e a partire da oggi vedono chiudere anche gli asili nidi e le scuole di infanzia. La più recente ordinanza regionale pone in questa fascia anche le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Reggio Emilia si trova invece in arancione scuro, con lezioni a distanza per gli alunni e gli studenti dalle elementari in su. Le norme del dpcm Draghi sulla fascia arancione “classica” restano applicate solo a Piacenza, Parma e Ferrara. Ma nuove restrizioni sono all’orizzonte. L’impennata del contagio degli ultimi giorni, che raggiungerà il picco probabilmente la prossima settimana, ha portato il Governo a ipotizzare misure ancora più stringenti. È stata scardinata la parola “lockdown”, con riferimento a misure simili a quelle scattate il marzo dell’anno scorso, ma pare che al momento l’ipotesi più accreditata sia quella di una zona rossa rinforzata laddove il virus corre di più. Ancora nulla è ufficiale, ma già da oggi l’esecutivo si riunirà per valutare strette ulteriori, che vanno nella direzione di anticipare il coprifuoco di alcune ore, fino ad abbassare le serrande dei negozi laddove chiudono anche le scuole. Qualunque sarà la decisione, è probabile che l’Emilia-Romagna sia tra i primi territori a vederla applicata. La nostra Regione è una di quelle in cui il virus cresce con più forza, insieme a Lombardia e Campania. Negli ultimi bollettini, in questi tre territori si sono concentrati quasi la metà dei nuovi casi di tutto il Paese.