La conferma è arrivata. Appartengono a Paola Landini le ossa umane rinvenute lo scorso 5 maggio dagli uomini del Soccorso Alpino in una zona di calanchi nei pressi del poligono di tiro di Sassuolo. La 44enne era scomparsa nel maggio del 2012 proprio nella zona del tirassegno. All’epoca dei fatti l’area era stata battuta ma la fitta vegetazione aveva reso impraticabile le operazioni: neanche il cane molecolare era riuscito a percorrerla. A distanza di 9 anni le ricerche portate a termine dai Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, Protezione Civile e Squadra Mobile e avviate nell’ambito delle ricerche di Alessandro Venturelli, hanno portato al ritrovamento di tredici frammenti ossei, nel raggio di 25 metri. Parti della calotta cranica, gambe e bacino, ma anche i resti di quelli che erano degli abiti sportivi compatibili con quelli solitamente indossati da Paola Landini e anche due pistole, una trovata nella tasca del pantalone, completamente distrutta, e l’altra rinvenuta vicino agli indumenti e con alcuni proiettili all’interno. Indizi fondamentali che a distanza di anni potrebbero portare a riaprire il fascicolo sulla scomparsa di Paola Landini. Massimo riserbo al momento da parte degli inquirenti sugli eventuali sviluppi della vicenda.