I primi esami autoptici sul corpo di Taissir Sakka non hanno permesso di capire con esattezza le cause della morte e per questo ulteriori analisi verranno svolte per comprendere cosa sia successo al 30enne tunisino trovato morto in via dell’Abate. Il suo cuore è stato portato al centro specializzato di Padova per capire se la morte sia avvenuta per un arresto cardiaco. Sarebbe diventata questa l’ipotesi al momento più accreditata dagli inquirenti, dato che i primi risultati dell’autopsia non hanno riscontrato traumi tali da cagionarne il decesso, allontanando la pista di una morte violenta. Il trapasso del giovane rimane, come detto, ancora avvolto nel mistero e per fare luce sul giallo i periti hanno chiesto 90 giorni di tempo. Nel registro degli indagati per morte come conseguenza di altro reato rimane un carabiniere, mentre altri cinque hanno ricevuto l’avviso di garanzia per lesioni ai danni del fratello di Taissir, Mohamed Ali Sakka, che ha sporto denuncia due giorni dopo il ritrovamento del corpo. Tanti interrogativi avvolgono l’intera vicenda, a partire da quando i due fratelli, a seguito di un’aggressione a Ravarino, sono stati portati in Caserma e poi rilasciati, pare, dalle telecamere, senza alcun segno di trauma. Da quel momento i militari avrebbero continuato a monitorare le azioni dei due a causa del loro stato di agitazione, una volta accortisi di questo, i due sarebbero fuggiti, dividendosi. Le telecamere avrebbero ripreso attimi di tensione tra i due fratelli, ma da lì, nessuna altra informazione è certa; solo il ritrovamento, intorno alle 9 di domenica 15 ottobre, del corpo senza vita di Taissir.