Bologna “Citta’ 30” è ormai una realtà. La prima grande città italiana che ha deciso di abbassare notevolmente la velocità in tutte le aree più densamente popolate e in cui è presente un forte mix di utenti della strada. Come è noto, la decisione ha sollevato molte polemiche, ma anche altrettanti consensi da parte dei cittadini. Modena si avvia sulla stessa strada, è il caso di dirlo. Tra sei anni, come vuole il PUMS nel suo piano a lungo termine, entro 2030 saranno 118 i km a 30km/h sotto la Ghirlandina. Ad essere interessate principalmente le aree residenziali, ma il centro storico è già a zone 30 da diverso tempo, ed è l’area più estesa della città a velocità ridotta. Quattro le zone 30 in fase di progettazione, Sacca Ovest, via Forlì, Corni-Cattaneo e Cannizzaro, mentre, a fine dicembre, anche Cittanova ha realizzato la sua zona 30 grazie al collegamento della frazione con via Emilia col quarto braccio della rotatoria. Opera resa possibile grazie alla realizzazione di una strada che di fatto prolunga l’attuale asse di via della Ghiaia che verrà trasformata appunto in zona 30 con la collocazione di dissuasori di velocità. Il modello ha poi preso piede in altre zone del territorio come le frazioni di Cognento e San Damaso. A voler diventare la prima città 30 della provincia di Modena è invece Vignola che il 10 ottobre scorso ha avviato una fase di sperimentazione in due aree del territorio. Teatro del test la zona compresa tra via modenese e via per Spilamberto, a Brodano e l’area tra via Caselline e viale Vittorio Veneto.