I volti coperti dalle mascherine, il dolore che si legge unicamente dagli occhi. Gli occhi dei familiari delle vittime modenesi ieri presenti alla cerimonia parlano di impotenza, di solitudini, ma anche di conforto nell’aver condiviso un momento per poter salutare i propri cari. Una cerimonia che non ha portato via la sofferenza di quei giorni terribili e il vuoto per quei 473 morti che rimane ancora oggi, ma che ha rappresentato almeno una consolazione, condivisa, silenziosamente e a distanza di un metro, tra chi ha perso madri, padri, ma anche fratelli e sorelle.