Il tradizionale Convegno presso la Fondazione che porta il suo nome è stato rinviato a causa dell’emergenza coronavirus, ma il ricordo di Marco Biagi non si ferma. Così come non cessa di essere attuale il suo insegnamento, quello di uno studioso del mondo del lavoro e di riformista che accompagnava l’evoluzione dell’ordinamento giuridico guardando sempre alla realtà dei processi sociali e ai bisogni concreti delle persone. Il giuslavorista ucciso 18 anni fa dalle Nuove brigate rosse sulla soglia di casa sua, è stato celebrato oggi con la deposizione di un cesto di fiori alla lapide che ne ricorda l’assassinio. Erano presenti il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli e il rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Carlo Adolfo Porro. La celebrazione più grande, quella che tradizionalmente fa il punto e riflette su quanto il professore che insegnava all’università di Economia di Modena ha lasciato, è stata invece spostata al 29 e 30 ottobre. Al centro del tavolo, quest’anno, ci sarà il tema attualissimo delle tutele del lavoro autonomo. Un evento imprevisto ed epocale, quello della pandemia da coronavirus, sta mettendo a dura prova, oltre al nostro sistema sanitario, anche il nostro mercato del lavoro, mostrandone tutte le fragilità. Dall’altra parte, sta però suscitando una risposta forte ed unitaria da parte di tutti gli attori: istituzioni e parti sociali, imprese e lavoratori. Ancora una volta, anche in questa circostanza eccezionale, l’insegnamento di Marco Biagi è ancora in grado di farsi sentire, più forte degli altri: l’insegnamento a ricercare soluzioni praticabili, e il più possibile condivise, ai problemi del lavoro, per sostenere e riscattare le persone più vulnerabili.