Che Modena non brilli per qualità dell’aria lo dicono i sistemi di rilevamento Arpae, che nonostante le limitazioni agli spostamenti dettati dal Covid, dall’inizio dell’anno ha già segnato 50 sforamenti dei limiti di pm10. Non è quindi un caso che la nostra città non sia ben posizionata nemmeno all’interno della classifica “Ecosistema Urbano 2020”, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e il Sole 24 Ore. Nella più recente lista, la Ghirlandina si piazza 61esima, scivolando di 7 posizioni. I motivi sono legati all’emissione di polveri sottili, alla produzione pro capite di rifiuti, ma anche al numero di incidenti stradali, calcolati anch’essi all’interno della classifica. Modena si piazza invece ancora bene per quanto riguarda consumo di suolo, dato che risulta 14esima a livello nazionale e per il numero di alberi a persona, per il quale occupa addirittura la seconda posizione su 104. Male invece il fronte rifiuti: la produzione procapite sotto la Ghirlandina è tale da piazzarla al 96esimo posto in Italia, ben lontana dalla vetta in cui figurano Bologna e Reggio Emilia. Ancora peggio il fronte della qualità dell’aria, problema condiviso con tutte le città della Pianura Padana: il report divide le 104 città prese in esame in cinque gruppi che vanno dai luoghi in cui l’aria è “ottima”, “buona”, “sufficiente”, “scarsa” e “insufficiente”. Solo Agrigento, Catanzaro e L’Aquila rientrano nella prima categoria, mentre Modena occupa ampiamente lo spazio in cui l’aria è “insufficiente”