Erano contenute in 40 scatoloni le 90.900 siringhe monouso da 2 millimetri provenienti dalla Cina, senza i necessari requisiti di idoneità rinvenute dalla Guardia di Finanza di Carpi. La merce, del valore commerciale di 10mila euro, è stata trovata presso un’azienda della città dei Pio, dove è stata posta sotto sequestro. L’attività preliminare delle Fiamme Gialle, che si inserisce all’interno della più ampia azione di controllo sulla violazione delle norme connesse alla situazione emergenziale causata dall’epidemia, ha permesso di accertare che le siringhe non erano inserite nel database del Ministero della Salute, dove sono elencati i dispositivi medici commercializzabili in Italia. Tali dispositivi erano inoltre privi delle previste dichiarazioni di conformità e della marcatura CE, oltre a risultare non conformi alle disposizioni del Codice del Consumo in quanto recanti sulle confezioni le “istruzioni” unicamente in lingua straniera e non in italiano. Le siringhe erano state prodotte in Cina per essere importate nell’Unione Europea da una società rumena e poi commercializzate sul territorio nazionale da una società piemontese. Ora l’azienda italiana è stata segnalata al Prefetto competente per aver posto in commercio dispositivi medici senza la preventiva comunicazione al Ministero della Salute di tutti i dati e rischia una sanzione amministrativa che può andare dai 500 ai 3.000 euro.