Ad oltre un mese dal suo avvio, la campagna di vaccinazione anti-Covid-19 non decolla: complessivamente, solo l’8,6 % della popolazione potenzialmente oggetto della terza dose booster (cosiddetta quinta dose) ha effettuato il richiamo. Una platea di cui fanno parte, in particolar modo, gli over 60, assieme alle donne in gravidanza, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, agli operatori sanitari e sociosanitari e a tutte quelle persone affette da patologie che aumentano il rischio di Covid-19 grave. Messi in sicurezza loro, l’idea è che il virus non rappresenti più una minaccia. Ma occorre fare i conti con la realtà: ad oggi, solo lo 0,03% della popolazione ultrasessantenne ha ricevuto la vaccinazione, rappresentando una copertura totale dal virus dello 0,13%. Insomma, numeri poco incoraggianti. Allargando poi l’analisi all’intera platea potenziale per la quale è raccomandata la vaccinazione, quasi 20 milioni di italiani, da quando è partita la campagna risultano somministrate solo 254.554 dosi. Ma una delle criticità è rappresentata dalla reperibilità degli stessi nelle farmacie. Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha sollevato la questione della mancanza di accordi in alcune Regioni per portare le dosi in farmacia, sottolineando che dove gli accordi sono attivi, il processo funziona in maniera più efficiente. Nel frattempo, per innescare un’inversione di tendenza prima che sia troppo tardi, il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, ha invitato medici di famiglia e farmacie alla collaborazione. Appello esteso anche alla rete specialistica sia a livello ospedaliero che territoriale aprendo all’erogazione delle vaccinazioni raccomandate direttamente presso il servizio che ha in carico il paziente.