Aveva esibito ai Finanzieri della Compagnia di Sassuolo alcuni certificati emessi da organismi di certificazione, legittimamente operanti e riconosciuti in Olanda e Turchia, ma che risultavano riconducibili a prototipi di dispositivi di protezione diversi rispetto agli esemplari effettivamente stoccati. È così che un rappresentante di un’azienda operante nella fabbricazione e commercializzazione di mascherine con sede a Siena, ma con alcuni magazzini a Rho, in provincia di Milano, e anche nella Città delle Piastrelle, si è visto sequestrare 31.800 dispositivi di protezione individuale FFP2. L’azienda è stata identificata dalla Guardia di Finanza di Modena e successivamente segnalata alla Camera di Commercio senese, ente competente ad emettere la prevista sanzione amministrativa che può arrivare in questi casi fino ad un massimo di 18.000 euro. Le Fiamme Gialle hanno accertato inoltre che su tutte le mascherine, in gran parte prodotte in Cina, era stato apposto un marchio “CE” difforme da quello prescritto dalla normativa nazionale. L’azione dei Finanzieri si inserisce nell’ambito delle quotidiane attività finalizzate a prevenire e reprimere violazioni connesse all’emergenza epidemiologica e che da inizio epidemia ha permesso di porre sotto sequestro numerosi dispositivi medici non a norma.