I soldi non mancano. A mancare, secondo il commissario alla ricostruzione post-alluvione Francesco Paolo Figliuolo, sarebbero le domande di rimborso danni. A quasi dieci mesi dalla tragedia che sconvolse l’Emilia-Romagna, è il generale a fare nuovamente il punto sulla situazione. Lo fa durante l’audizione in commissione Ambiente alla Camera dei Deputati spiegando come, nonostante in cassa vi siano “circa 630 milioni di euro, a cui si sono aggiunti con l’ultima finanziaria 700 milioni di euro del credito d’imposta, per un totale di oltre un miliardo e 300mila euro”, la difficoltà maggiore stia proprio nella “messa a terra”, concreta, di queste risorse. Ovvero, nel presentare le pratiche necessarie per ottenerle. Spesso il problema è trovare i periti: tanti, spiega Figliuolo, esitano a fare una perizia che potrebbe costare più del bene da risarcire. Così la curva non impenna, come avvenuto anche in altri tipi di tragedie, quindi non sarebbe una novità. Sta di fatto che l’alluvione ha colpito tutti. E a tutti si appella il generale, che a giugno, salvo proroghe da parte del Governo, vedrà scadere il suo mandato da commissario straordinario. Uno scenario che fa tremare i deputati del Partito Democratico intervenuti in aula, che chiedono il bis: “Questo ci obbliga a porre con urgenza a questo Governo di produrre il decreto che rinnoverà il mandato”, senza così correre il rischio “di alimentare un orizzonte di incertezza ormai insostenibile o, ancora peggio, dover ricominciare daccapo tutto”.