Udienza preliminare in Tribunale a Modena per la morte di Alessandro Gozzoli, il consulente del lavoro di 41 anni trovato senza vita nella sua casa di Casinalbo. Davanti al giudice, la dottoressa Carolina Clò, erano presenti i due imputati, un 20enne e un 21enne, entrambi di origine rumena, accusati di omicidio volontario, rapina in concorso e indebito utilizzo di carte di credito. Il legale difensore di uno dei due giovani, l’avvocato Maria Larossa, ha chiesto di dichiarare nullo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, lamentando l’assenza di alcune fonti di prova nel fascicolo trasmesso dagli Uffici della Procura alla difesa stessa. Un fatto che lederebbe il diritto dell’imputato ad avere piena contezza del compendio investigativo e minerebbe la strategia difensiva. Il Pm ha su questo chiesto tempo per effettuare le opportune verifiche. Come è ormai noto, Alessandro Gozzoli è stato trovato senza vita il 10 marzo dello scorso anno dalla sorella, preoccupata perché la vittima non si era presentata a lavoro. Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Francesca Graziano, Alessandro Gozzoli il consulente del lavoro avrebbe conosciuto i due giovani oggi imputati in un locale di Bologna prima di spostarsi insieme a loro a Formigine. Qui, nell’abitazione della vittima, nell’ambito di un rapporto, i due avrebbero immobilizzato il 41enne, legandogli le gambe al letto e i polsi dietro la schiena, poi lo avrebbero soffocato. Dall’esame autoptico era emerso che la morte era sopraggiunta a causa di un’asfissia meccanica acuta. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri di Sassuolo e Modena i due giovani avrebbero sottratto alla vittima le carte di credito, il notebook, un portatile e un orologio, prima di allontanarsi a bordo della sua stessa auto. Con le carte del 41enne avrebbero quindi effettuato diversi pagamenti, per un importo di circa 400 euro. Entrambi dopo il ritrovamento del corpo di Gozzoli avevano lasciato l’Italia.