Non bastava il tragico bilancio di sei detenuti morti per un mix di sostanze stupefacenti e psicofarmaci e di un carcere distrutto dopo la rivolta al Sant’Anna di Modena, ma il bollettino si aggrava di giorno in giorno. Altri tre carcerati sono morti: due nel penitenziario modenese, di cui ancora non si conoscono le cause, che si sommano così agli altri 3 deceduti per overdose. Quattro ne sono morti durante il trasporto in altre carceri italiane. Aumentano anche i detenuti ricoverati in prognosi riservata nei reparti di terapia intensiva degli Ospedali di Modena, Baggiovara e Carpi che da quattro sono passati a sei, le cui condizioni sono stazionarie. Ora che la rivolta pare essere stata completamente sedata si indagherà sulle cause che hanno scatenato la stessa: il caso accertato di positività al Covid-19 di un detenuto, già trasferito al Policlinico di Modena dove si trova in condizioni stabili e non è in terapia intensiva, può essere una delle piste percorribili, così come l’entrata in vigore delle norme più restrittive, che aboliscono i permessi premio e vietano i colloqui diretti con i familiari, possibili solo via web. Ma non si esclude neanche il rimbalzo di notizie di rivolte che provenivano dalle altre carceri italiane. Il Sant’Anna, distrutto, accoglie ancora qualche detenuto rientrato nelle rispettive celle: al momento sono stati trasferiti i detenuti che erano rinchiusi nelle celle ora non più utilizzabili, ma nel giro di alcuni giorni tutti i carcerati verranno collocati in altri penitenziari. Il bollettino del Policlinico parla di 18 pazienti trattati nei due PMA (Posti medici avanzati) allestiti all’interno del carcere. Al Pronto Soccorso di Baggiovara sono giunte tre guardie lievemente ferite e sette sanitari con ferite lievi. Per gestire la situazione sono stati coinvolti undici mezzi tra Volontariato Provinciale e mezzi istituzionali gestiti dal Coordinamento del Servizio Emergenza Territoriale 118 Modena.