Ha fatto ballare e continua a far ballare intere generazioni almeno dal XIX secolo. Ma può oggi il liscio diventare patrimonio Unesco? La Regione Emilia-Romagna ci prova. Viale Aldo Moro ha mandato una richiesta di riconoscimento, con una risoluzione bipartisan approvata questa mattina in Assemblea legislativa. Lo stesso assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, ha annunciato l’inizio dell’interlocuzione con il ministero a cui spetta la titolarità della candidatura, anche se ha sottolineato che l’intera Assemblea è conscia che siano innumerevoli quelle che provengono da tutta la nazione. La richiesta, nello specifico, è far sì che il ministero della Cultura promuova anche attraverso bandi, finanziamenti e iniziative culturali, la diffusione del ballo liscio soprattutto tra i giovani, al fine di tramandarlo e valorizzarlo come patrimonio culturale del territorio emiliano-romagnolo. Tra gli esempi portati insieme alla richiesta, la promozione del liscio attraverso i portali web ufficiali, sia informativi sia turistici, con la collaborazione degli enti locali. La peculiarità di questo genere musicale e la sua storia sono strettamente legate ai nostri territori, e per questo la Regione è convita che il riconoscimento del liscio come patrimonio Unesco avrebbe una risonanza internazionale, tale da garantire un ritorno di immagine, economico, culturale e turistico di grande impatto per la nostra terra, oltre alla grande opportunità di generare occupazione nel settore musicale, soprattutto per i giovani.