Nel video l’intervista a Alfredo Sgarbi,Spi-Cgil Modena

In Emilia-Romagna le pensioni non vanno tutte di pari passo.  Basta guardare i numeri per capire come ci sia un abisso tra i pensionati del settore pubblico e quelli del privato. Solo il 6% dei primi riceve ogni mese meno di 750 euro. Per i privati invece, ben il 49% delle pensioni è al di sotto di quella cifra. Un dato allarmante considerato il costo della vita che sale seguendo un’inflazione a doppia cifra. Altri numeri preoccupanti in Emilia-Romagna fanno riferimento all’importo medio per la pensione di vecchiaia: 1120 euro netti. E il quadro futuro non è roseo. L’istituto centrale di Francoforte ha peggiorato le previsioni sull’aumento dei prezzi per l’anno appena iniziato, calcolando l’inflazione al 6,3%. Di fronte ad altri mesi di caro vita, il Governo ha messo in campo azioni per aumentare le pensioni minime a scapito però di quelle medie, fermando l’indicizzazione per gli importi a partire dai 2000 euro lordi, ovvero 1500 euro netti. Una decisione che allarma la Spi-Cgil, che vede il rischio di sempre più pensionati scivolare verso una condizione di povertà