a penalizzare certamente sulle scelte dell’elettorato modenese  c’è la nuova modalità di gestione rifiuti, bocciata su tutta la linea dai cittadini che quotidianamente segnalano abbandoni, mancanze, malfunzionamenti e degrado. Secondo l’analisi regionale, sette cittadini su dieci la ritengono fallimentare. La raccolta porta a porta e mista è risultata molto complessa e ad oggi pare non essere riuscita, nonostante la necessità di differenziare di più e meglio. Una rivoluzione difficile che comporta molto impegno da parte dei cittadini senza un visibile riscontro. L’assessora all’ambiente Alessandra Filippi ha dichiarato che rispetto allo scorso anno la differenziata è aumentata del 15%, ma è ancora distante l’ottenimento della tariffazione puntuale, ovvero quel calcolo che permetterebbe a chi raccoglie meglio di spendere meno. Allo stesso tempo preoccupano anche i costi di questa nuova metodologia, che per accompagnare i cittadini in una trasformazione oltremodo complessa, ha messo in campo servizi aggiuntivi come spazzini di quartiere e tutor. Secondo i calcoli delle opposizioni questa operazione avrebbe comportato una spesa di oltre un milione di euro in più rispetto ai calcoli iniziali, anche se rimane ferma l’intenzione dichiarata del Comune di non aumentare la Tari per non riversare questa spesa sulle tasche dei cittadini. La difficile raccolta differenziata non è l’unico punto che ha scontentato i modenesi: anche le questioni della sicurezza, ritenuta carente soprattutto in centro storico, dei parcheggi, visti come insufficienti e costosi e dell’emergenza abitativa.