Si allarga l’indagine sull’ufficiale dell’Accademia militare accusato di molestie persecutorie, violenza privata e abuso d’autorità. Il tenente colonnello secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori, avrebbe reso la vita un inferno non solo ai sottoposti del Centro ippico, ma anche ad altri graduati dell’Accademia. A parlare con gli investigatori, riferisce il quotidiano Repubblica, è stato un capitano, confermando le denunce di soldatesse e soldati. Secondo le accuse, il tenente colonnello avrebbe fatto più volte battute sessiste sull’aspetto fisico delle palafreniere e le avrebbe costrette a lavare “frequentemente i genitali dei cavalli” al solo fine di umiliarle. Secondo il capitano ascoltato dagli investigatori, una collega maggiore si era più volte lamentata della “situazione di ansia e frustrazione che viveva ogni giorno per via degli atteggiamenti vessatori del tenente colonnello”. Un clima di pesantezza che avrebbe indotto un altro tenente colonnello ad andare in pensione con due anni di anticipo. Ancora, il capitano avrebbe detto di essersi trovato per quattro volte alle prese con militari che avevano “crisi di pianto”. Sempre secondo le testimonianze, l’ufficiale si faceva forte di presunte conoscenze a Roma, minacciando ripercussioni. Le presunte vessazioni sarebbero andate avanti per 11 anni senza che nessuno intervenisse, fino a quando due anni fa l’attuale comandante, il generale Davide Scalabrin, ha presentato una dettagliata informativa alla Procura di Modena e alla Procura militare di Verona.