Sarà quasi certamente prorogato di almeno una settimana il divieto di spostamento fra regioni che scadrebbe lunedì 15 febbraio, assieme al decreto che lo ha imposto. E’ questo l’orientamento del Governo, anche se il cambio della guardia fra Conte e Draghi rende ancora incerta la decisione. Alla base c’è il parere negativo da parte del Comitato Tecnico Scientifico, secondo cui sarebbe meglio aspettare ancora almeno sette giorni prima del “liberi tutti” per vedere l’andamento dei contagi. Preoccupano le varianti del coronavirus, che si stanno diffondendo in alcune zone d’Italia. Resta però da capire chi prenderà la decisione della proroga del decreto: difficile lo facciano i ministri del Conte bis, ancora in carica solo per gli affari correnti. Probabilmente toccherà al nuovo esecutivo del premier incaricato Mario Draghi che entro domani salirà al Colle per sciogliere la riserva. Draghi potrebbe emanare un decreto per prolungare quello in scadenza prima del voto in Parlamento, e le restrizioni anti Covid sarebbero valide ancora per una settimana oppure addirittura fino al 5 marzo, data in cui scadrà invece il dpcm attualmente in vigore. Se, invece da qui a lunedì non arriverà alcun decreto-legge da martedì 16 febbraio gli italiani saranno liberi di spostarsi da una regione all’altra senza autocertificazione. Intanto il Governo ha frenato sull’idea delle Regioni di una sorta di “passaporto vaccinale” che permetta a chi ha fatto le due dosi di vaccino di avere un po’ più di libertà. Ad esempio di spostarsi, viaggiando magari all’estero, fare certi sport e frequentare locali altrimenti off limits. I timori sono legati al fatto che non si è ancora capito se i vaccinati si infettano, anche senza poi sviluppare la malattia, e quindi se siano potenziali diffusori.