Sono accusati di aver favorito l’assunzione di farmaci e sostanza ad effetti dopanti, non giustificata da condizioni patologiche, al fine di alterare prestazioni agonistiche di atleti, e di commercializzare questi farmaci attraverso canali diversi da quelli autorizzati. Questa l’essenza di Anabolica, l’indagine condotta dai Carabinieri del nucleo antisofisticazione e sanità di Parma e del nucleo investigativo del comando provinciale di Modena, su coordinamento della Procura di Modena. Dalle prime luci dell’alba di questa mattina ci sono state 26 perquisizioni domiciliari e locali nei confronti di 20 persone in tutta Italia sulle quali si stanno svolgendo approfondimenti. L’indagine, che ha registrato complessivamente 49 indagati, ha preso il via dopo un arresto effettuato dai Nas nel gennaio 2019 nei confronti di un culturista e preparatore atletico modenese, trovato in possesso di grossi quantitativi di sostanze vietate. Nell’ambito della stessa indagine 7 mesi dopo erano scattate le manette anche per un cittadino lituano domiciliato a Modena, trovato in possesso di 8209 unità tra fiale e compresse di farmaci ad effetto dopante; l’uomo era considerato un punto di riferimento per la vendita in Emilia-Romagna di sostante di questo tipo, grazie ai collegamenti con broker attivi in Bulgaria, Ucraina, Lituania, Russia e Lettonia che, a vario titolo, avrebbero fornito ai contatti in Italia le sostanze anabolizzanti. Nel corso dell’attività investigativa sono stati verificati movimenti economici da parte del lituano, tra bonifici bancari e intermediazioni finanziarie, per un valore attorno ai 150.000 euro. Lo sviluppo del filone emiliano ha permesso di portare a galla un allarmante traffico di sostanze dopanti, soprattutto negli ambienti del bodybuilding e del fitness.