Non bastava la carenza di personale, con infermieri e medici che scelgono di dimettersi volontariamente dalla sanità modenese in cerca di opportunità migliori – secondo i dati di Cisl, a Modena si parlerebbe, ad oggi, di circa 100 lavoratori -. A preoccupare, non è nemmeno più solo la riforma sul comparto dell’emergenza-urgenza, con la nascita dei Cau che, anche a Modena, avranno il compito di affiancare i pronto soccorso, sgravandoli dalla gestione delle situazioni meno complesse. Ora, a entrare in gioco, anche la riorganizzazione del servizio di trasporto dei pazienti: a cambiare non saranno i mezzi, ma l’equipaggio a bordo di ambulanze e automediche. Questo perché se la proposta attualmente sul tavolo della Conferenza territoriale sociosanitaria sarà approvata in provincia ci saranno infatti meno mezzi dotati di medico o infermiere e di conseguenza al mondo del volontariato sarà chiesto uno sforzo in più, dal momento che saranno proprio i volontari a dover compensare questi cambiamenti. La proposta, presentata dall’Ausl lo scorso 29 agosto, prevede di fatto la sostituzione di 5 mezzi “avanzati”, e cioè con personale sanitario a bordo, con altrettanti mezzi gestiti da volontari, quindi sostituiti da veicoli “base”. Novità che non sono piaciute a sindacati e tanti infermieri in forze al sistema modenese, perché di fatto sull’emergenza non sono ammessi errori, specialmente se si rischia di indebolire i territori più periferici. Sul piano, ancora aperto a modifiche, si tornerà a discutere in Conferenza mercoledì prossimo.