Su decisione dell’ordine dei Benedettini, chiuderà il Monastero di San Pietro. Il Superiore dei monaci ha lasciato l’incarico e la giurisdizione è passata direttamente all’Abate di Pontida. Una nuova tegola che cade su San Pietro, dopo l’indagine della Guardia di Finanza che a gennaio aveva portato ai titoli della cronaca il Priore dei Benedettini dell’Abbazia, Stefano De Pascalis, ora indagato a vario titolo di riciclaggio, autoriciclaggio ed appropriazione indebita. Nello specifico con altre quattro persone avrebbe  sottratto somme di denaro che un’anziana nobildonna aveva lasciato a favore dei fedeli più poveri e alla parrocchia ma non ai suoi benedettini. Un lascito del valore di 4 milioni di euro che, con una serie di operazioni, sarebbe andato indebitamente nelle tasche del priore. L’udienza preliminare, fissata per lo scorso mercoledì 12 aprile, è stata rinviata a maggio, ma anche se l’iter giudiziario è ancora in corso, l’inchiesta avrebbe creato tensioni all’interno dell’Abbazia. Probabilmente anche questo, oltre alla ormai dilagante carenza di monaci, ha influito nella scelta dell’Ordine dei Benedettini di chiudere il monastero modenese. I pochi monaci presenti verranno destinati ad altre sedi. L’Abbazia di San Pietro perde così i suoi Benedettini. Fin dalla sua fondazione, alla fine del X secolo, i monaci sono sempre stati una costante, con l’eccezione di una parentesi di tempo che andò dal 1926 al 1938. C’è da chiedersi se anche in questo caso si possa trattare di una breve assenza, o di un vero e proprio capitolo chiuso per la lunga storia di San Pietro.