La programmazione della fase-2, quella che prevede la riapertura delle prime aziende, è in piena evoluzione anche nella nostra regione. E molti privati, stanno cercando di anticipare i tempi, acquistando i kit e sottoponendo i dipendenti ai test necessari per poter avere il via libera per tornare al lavoro. Decine di aziende grandi e piccole seguono l’esempio, per far rientrare in fabbrica chi ha gli anticorpi. Sono circa 120 le versioni di test offerti sul mercato, ma nessuna al momento soddisfa la validazione con il marchio Ce, gli unici considerati attendibili, per i quali bisognerà attendere ancora un paio di settimane, quando dovrebbe partire l’analisi sierologica nazionale, un’indagine su 150 mila italiani sorteggiati per età, sesso e residenza, con l’aiuto dell’Istat. Il test non sarà di quelli rapidi, da un quarto d’ora, con una goccia di sangue presa pungendo il dito. Richiederà una provetta di sangue, con risultati pronti in 2-3 giorni. L’obiettivo di questa indagine sarà sapere quante persone sono entrate in contatto con il virus. Intanto domani la Regione Emilia Romagna varerà il piano sui test sierologici per accompagnare la ripartenza delle imprese. Il commissario Venturi ha annunciato che la Regione ne ha selezionati tre o quattro fra tutti quelli sul mercato e ha avvisato: “non siamo sicuri che quelli che vengono offerti ai privati siano efficaci e questi esami non si fanno ai privati”. E’ dunque in arrivo una delibera che, oltre a dare il via a test a tappeti da parte del servizio sanitario sugli operatori pubblici che garantiscono la sicurezza, stabilirà che i laboratori privati potranno candidarsi a lavorare per conto del pubblico per i test sierologici ai lavoratori, ma sotto l’egida e i criteri di sicurezza che stabilirà la Regione