Cuffiette della musica nelle orecchie, prende posto nelle ultime file dell’autobus della linea 2 diretta verso San Damaso per fare rientro a casa, dopo scuola. Lo fa tutti i giorni, ma ieri pomeriggio la routine per un 15enne modenese si interrompe quando, all’improvviso, qualcuno a bordo comincia a importunarlo. Alle spalle, un ragazzo poco più grande di lui, straniero, gli sfila via le cuffie, poi un altro gli sottrae il cellulare dalle mani, inizia a rovistare all’interno del suo zainetto in cerca di soldi. A questo, sono seguite le minacce: “Dacci subito tutto quello che hai”. A raccontare l’episodio, l’ennesimo a bordo di un mezzo del trasporto pubblico, è la madre del giovane. Lo fa su una chat che alcuni cittadini, sempre più allarmati dall’escalation di violenze, hanno creato proprio per segnalare tutto “Mio figlio è sceso alla prima fermata possibile, spaventatissimo. Gli ho detto di buttarsi dentro a un bar, di ordinarsi un cappuccino, per stare al sicuro e tranquillizzarsi” racconta ancora la donna che, a casa in smartworking, si è precipitata in macchina per raggiungere il figlio che, nel frattempo, è riuscito a seminare i due. Lo stesso hanno fatto anche altri cittadini, allertati dal messaggio in chat. Questo perché la richiesta di sicurezza è diventata ormai un grido sempre più forte tra la popolazione. Un tema su cui occorre insistere, ribadisce anche l’avvocato Gianni Casale, dalla cui iniziativa ne è nata la chat in questione: “Ho seguito la vicenda in prima persona e fortunatamente si è risolta da sola, con la solidarietà di molte persone che non sono rimaste indifferenti – spiega l’avvocato, sottolineando anche come, purtroppo, “il senso di esasperazione è sempre più evidente. Da parte nostra c’è la voglia e la serietà di dare una mano a intervenire, non come cittadini sceriffi in cerca di “auto-giustizia”, bensì un più largo progetto di sensibilizzazione a supporto delle forze dell’ordine, per il bene di tutta la città, dal centro storico alla periferia, e della sua comunità”.