L’Emilia Romagna va verso la zona gialla, quella con un lockdown più lieve, secondo le indicazioni del Dpcm firmato ieri sera e che suddivide le regioni italiane in tre zone: la rossa è quella che prevede il massimo di criticità e di limitazioni, e poi a seguire arancione e gialla. Questa è la strada che sta percorrendo il Governo nell’ennesima giornata di duro confronto con le Regioni. La novità della serata è stata che collocazione delle regioni in una zona o in un’altra viene stabilita in base ai numeri del contagio raccolti venerdì scorso e riferiti alla settimana tra il 19 e il 25 ottobre. Non è infatti ancora pronto il nuovo monitoraggio dei dati regionali della Cabina di regia, che si è riunita in mattinata. Stando ai dati di venerdì le regioni rosse sarebbero Calabria, Lombardia e Piemonte, quelle arancioni Puglia e Sicilia, mentre sono ancora da collocare Veneto e Liguria, che hanno inviato pochi dati. Tutte le altre, Emilia Romagna compresa, sono gialle. La suddivisione si basa su 21 indicatori, dall’occupazione dei posti letto in terapia intensiva alla capacità di fare il tracciamento, dalla diffusione del virus alla rapidità nel fare i tamponi. Il primo e più importante è la classificazione complessiva del rischio, il secondo è lo “scenario” basato sull’indice Rt. Le misure nazionali restano valide per tutti, ovvero coprifuoco alle 22, chiusura nei week end dei centri commerciali, superiori con didattica a distanza al 100%, musei chiusi, bandite le slot machine nelle tabaccherie, congedo parentale per i genitori con figli alle scuole medie, un limite alla capienza del trasporto pubblico locale al 50%. Ma in zona gialla in Emilia Romagna sono ancora consentiti gli spostamenti in entrata e in uscita dai confini regionali e comunali, mentre le attività di ristorazione, bar, pub e gelaterie possono restare aperte sempre fino alle 18. Salvi anche parrucchieri ed estetisti.