La salma del 25enne Mohamed Saleh Ben Ayed, annegato nelle acque dei laghetti Curiel di Campogalliano giovedì mattina, sino a ieri si trovava presso l’obitorio di Coviolo nel reggiano, da dove a breve sarebbe partita per la Tunisia dove si sarebbero svolti i funerali con rito islamico. Poi improvvisamente nel pomeriggio di ieri è arrivato il blocco della salma che è stata trasferita all’istituto di Medicina Legale di Modena dove verrà sottoposta ad autopsia. Per la Procura sono ancora troppi i dubbi da sciogliere intorno all’annegamento del giovane. Il primo a chiedersi con dolore cosa sia successo è il padre del 25enne sotto i cui occhi è stato trovato e recuperato il corpo nel primo pomeriggio di giovedì. Non si capacita dell’annegamento affermando che il figlio sapeva nuotare benissimo, che amava il mare. Gli interrogativi riguardano quella notte trascorsa, sembra con amici non usuali per Mohamed Saleh Ben Ayed, proprio in riva ai laghetti Curiel dove tra l’altro è vietata la balneazione. Inoltre perché il suo cellulare sarebbe stato sottratto alla vittima dopo la tragedia da due dei tre amici che si sarebbero subito allontanati?  I giovani sono stati poi rintracciati e ascoltati dai Carabinieri ora in possesso del telefonino del 25enne e in cui sperano di poter trovare tracce utili all’indagine, foto, video, messaggi che testimonino quella notte e quella tragica mattina in cui, forse per rinfrescarsi, il 25enne si sarebbe tuffato in acqua per non riemergerne più. Sono stati i sommozzatori dei Vigili del fuoco dopo ore di ricerche a individuare il corpo ormai senza vita del giovane in una zona centrale del laghetto, verso le 15 di giovedì. Non si esclude che i militari possano sequestrare anche i cellulari dei tre amici con cui Mohamed Saleh Ben Ayed ha trascorso le ultime ore di vita