L’arancione e il rosso probabilmente prevaricheranno il giallo all’interno della mappa delle tre zone in cui è stata divisa l’Italia dopo l’ultimo dpcm. Al termine della cosiddetta ‘cabina di regia’ tra governo, Cts e enti locali, potrebbe già uscire l’ordinanza che decreta lo spostamento di una regione da una zona all’altra, allungando l’elenco dei territori che abbandonano l’area gialla attivando le misure più restrittive della zona arancione, se non addirittura della zona rossa. Osservate speciali sono Campania, Umbria, Veneto e Toscana dopo i numeri preoccupanti sulla diffusione del Covid, ma anche l’Emilia-Romagna. La nostra regione segna un indice Rt stabilmente superiore a 1,5 e una curva dei contagi fortemente ascendente, spinta in particolare dalle province di Modena, Bologna e Reggio Emilia. Mentre l’Alto Adige ha deciso in autonomia, autoproclamandosi ‘zona rossa’, l’Emilia-Romagna al momento sembra rischiare la zona arancione. Questo decreterebbe misure più stringenti rispetto a quelle finora in essere, e in particolare: lo stop agli spostamenti in entrata e in uscita dalla regione e tra i comuni se non per motivi di salute, lavoro, studio e primaria necessità, da indicarsi sull’apposita autocertificazione; scatta anche la chiusura totale di ristoranti, bar e pasticcerie, a esclusione di catering e mense, mentre è concesso il servizio di asporto, ma solo fino alle 22, e di consegna a domicilio. Nelle zone arancioni chiudono inoltre i centri estetici, mentre restano aperti parrucchieri e barbieri. Rimangono poi serrate le porte di palestre, piscine e centri sportivi, così come musei e mostre, teatri e cinema. Sospese le attività di sale scommesse, bingo e slot machine anche nei tabaccai. Chiusi pure i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (ad eccezione di farmacie e parafarmacie).