Per il 2020 si prevede in Emilia-Romagna un calo del Pil del -11,4%, riduzione più accentuata rispetto a quella prevista per la media nazionale, che ti attesta al -9,6%. Per il 2021 è previsto un recupero del +5,8%, il più dinamico tra le regioni d’Italia, ma non sufficiente a compensare quanto perso nel 2020. A dirlo è il Centro studi Confartigianato Emilia-Romagna, che ha rilevato come nei primi 9 mesi dell’anno della pandemia, il calo del fatturato per le piccole e medie imprese del Manifatturiero della regione si aggiri sui 3,7 miliardi di euro. Sul fronte occupazionale, sottolinea poi la ricerca, nonostante siano ancora attive misure di sostegno come il blocco licenziamenti e gli ammortizzatori sociali, al III trimestre del 2020 si contano 42 mila occupati in meno, pari a una flessione del 2,1%. Con un paradosso: di fronte ad un mercato del lavoro in difficoltà, in cui si riduce la platea di occupati e le nuove assunzioni sono limitate, aumenta la difficoltà di reperimento di determinate figure professionali. Il presidente di Confartigianato Emilia-Romagna, Davide Servadei, esprime forte preoccupazione di fronte a questi numeri e a quelli che verranno, soprattutto quando finiranno i supporti messi in campo dalle Istituzioni. “In questo quadro – conclude il presidente – è chiaro che le risorse previste nel contesto della Next Generation UE saranno fondamentali come elemento trainante della ripresa, ma necessitano di una programmazione e di una gestione seria all’altezza della situazione, nonché di tempi di attivazione rapidissimi, una cura dà risultati se è efficace e tempestiva”.