Nel video le interviste a:

-Viviana Giacomini, Dirigente Scolastica

-Ermanno Appiani, Figlio di Angelo Appiani, vittima

Una lampada, per tenere accesa la luce della memoria. Una chiave, per proteggere una ferita ancora aperta. E un segnalibro, per lasciare nientemeno che un segno nel libro della storia. Precisamente nella pagina del 9 gennaio 1950, una delle più buie per Modena, quella dell’Eccidio delle Fonderie Riunite. Settantaquattro anni dopo, sono gli studenti dell’Ipsia Corni a ricordare. E lo fanno attraverso questi tre manufatti da loro pensati e realizzati, in occasione del progetto intitolato “L’Eco della protesta”.

Tra i ragazzi e i loro mentori, i professori, ci sono anche i parenti delle vittime di quel tragico evento. Nei loro occhi c’è l’emozione, per un dolore che non si rimarginerà mai. Ma anche per la speranza di un futuro diverso, migliore, quello che le nuove generazioni vogliono scrivere insieme. Oggi, a partire proprio da quei tre loro oggetti, tanto semplici quanto pieni di valore e significato.