È stato un padre, devoto alla famiglia, Salvatore Montefusco, l’uomo che ha confessato di aver ucciso a colpi di fucile la moglie Gabriela Trandafir e la figlia di lei, Renata. Il quadro di un uomo diverso da chi imbracciò l’arma e sparò per uccidere è emerso dalle parole delle figlie avute da Montefusco dalla prima moglie. “Cosa gli hanno fatto per farlo arrivare a un gesto così abominevole?” così si è espressa Beatrice Montefusco in aula. La sorella, Marianna, ha dichiarato che secondo quanto raccontava suo padre, Gabriela e Renata lo provocavano, gli facevano dispetti. A testimoniare anche Ciprian Trandafir, il fratello della vittima: ha dipinto una Gabriela provata, molto dimagrita e controllata in maniera ossessivo dal marito. Oggi nuove testimonianze si susseguono in Tribunale, dopo la versione che lo stesso Salvatore Montefusco ha fornito lo scorso 20 giugno. A seguito di mesi di litigi ad accendere la miccia della violenza, aveva raccontato l’imprenditore, era stata la figliastra Renata, che gli avrebbe detto di andarsene, di lasciare la villa. “Volevano togliermi la casa, fatta con le mie mani. Non ci ho visto più – aveva dichiarato – ho sparato all’impazzata”. La 22enne è stata colpita alla testa ed è morta in giardino, la madre nella camera da letto, dove il figlio ha tentato invano di pararsi davanti a lei e proteggerla. “Spostati o sparo anche a te” ha detto il padre allo stesso ragazzino in aula, minorenne all’epoca dei fatti. La prossima udienza si terrà il 17 aprile.