Da àncora di salvezza per una disperata iscrizione al campionato era finito a fondo con il resto della nave. Il Mammut Club di via Ghiaroni, uno dei più noti centri sportivi di Modena, sarà battuto all’asta fallimentare il prossimo 17 settembre, dopo essere finito all’interno del crac del Modena calcio, dichiarato fallito a febbraio 2019. Valutato 2 milioni e 321 mila euro dal perito del tribunale, ingegner Claudio Timellini, l’offerta minima è stata fissata in un milione e 734 mila euro. La stima è stata fatta tenendo conto del valore degli immobili, degli impianti e del terreno su oltre 5mila metri quadrati considerando l’usura e la scadente manutenzione attuale registrata nella perizia. La messa all’asta pone fine a una storia gloriosa cominciata a inizio anni ’60 da parte dei due soci fondatori Angelo Damen e Livio Selmi e segnata dall’ingresso nel 1992 di Caliendo, che affidò la gestione alla figlia Marja. Nell’estate del 2017, col Modena in cerca di 1,8 milioni mancati per iscriversi al campionato di Lega Pro, Caliendo decise di mettere il Mammut a garanzia per l’iscrizione al campionato tramite la Finstar Srl, società detentrice delle aree su cui sorge l’impianto. Il fallimento di qualche mese dopo coinvolgerà così anche il club che dalla dichiarazione di fallimento arrivata a febbraio 2019 ad oggi è rimasto sempre chiuso, mentre i campi da calcio annessi sono ritornati al Comune dopo sei anni grazie a una sentenza del Tar. Proprio la possibilità di una lottizzazione sul terreno del Mammut nell’estate del 2017 aveva attirato anche alcuni imprenditori, anche se poi l’affare non era andato in porto.