Le nuove varianti Covid si sono insinuate in questa fine estate con la velocità di un fulmine, tanto da portare, in sole quattro settimane, ad un aumento dell’81% dei casi in Italia, che si classifica al secondo posto tra i Paesi per numero di contagi, ossia 26.998 al 27 agosto secondo l’ultimo report dell’Oms. Varianti, tra cui Eris che rappresenta ora il 26,2% dei campioni sequenziati, che generano sì sintomi più blandi, ma moltiplicano anche le infezioni, favorite anche dall’assenza di precauzioni con la fine dell’emergenza, al 5 maggio scorso, oltre allo stop all’isolamento dei positivi, previsto dal Ministero della Salute. Cosa ci si deve aspettare per l’autunno, allora?  Una domanda che viene spontanea, con la ripresa delle attività lavorative e della scuola, ormai agli sgoccioli. Prima di tutto, nessun allarme, dicono gli esperti. Nonostante l’alta trasmissibilità e numeri che potranno salire ancora, l’importante è non avere malati gravi, mantenendo il virus sempre meno aggressivo. Intanto, c’è il via libera dall’Ema al nuovo vaccino adatto anche alle nuove varianti, che dovrebbe essere disponibile dal mese di ottobre e la cui somministrazione è raccomandata agli over 60 e ai soggetti fragili, in abbinamento a quello antinfluenzale.