Shabbar Abbas ha negato il consenso a partecipare in video conferenza all’udienza, fissata in tribunale a Reggio Emilia il prossimo 17 marzo. L’udienza del processo che lo vede imputato insieme a quattro familiari per l’omicidio della figlia Saman, la 18enne pachistana uccisa a Novellara la notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 per aver rifiutato un matrimonio combinato. L’uomo, una volta informato sulla natura e le condizioni dell’invito, ha fatto sapere che valuterà con il proprio legale in Pakistan la possibilità di partecipare all’udienza successiva. Nel processo cominciato al Tribunale di Reggio Emilia lo scorso 10 febbraio la posizione giudiziaria del 46enne, è stata inizialmente separata dagli altri imputati ma tornerà ora a congiungersi con quella degli altri familiari alla sbarra: lo zio Danish Hasnain, i due cugini, e la madre Nazia Shaheen unica ancora latitante. Tutti sono accusati di concorso in omicidio. Queste le novità emerse dall’udienza straordinaria di oggi a Islamabad sul nodo dell’estradizione del padre di Saman Abbas. In particolare il difensore dell’imputato ha sollevato eccezioni formali sulla regolarità degli atti inviati dall’Italia e ha proceduto all’esame incrociato dei funzionari dei ministeri pakistani, uno del ministero dell’Interno e due degli Affari esteri, che hanno istruito il fascicolo estradizionale. Per quanto riguarda infine la richiesta di rilascio su cauzione per Shabbar Abbas avanzata dal suo legale, il pubblico ministero esporrà le sue controdeduzioni il prossimo 16 marzo.