Riscaldamenti ridotti di un grado e termosifoni accesi per un’ora in meno ogni giorno. Questo si legge nel documento del governo che contiene un regolamento per “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo”. Il fine è quello di prepararsi a eventuali interruzioni – già in essere – delle forniture di gas dalla Russia. Tra le regole appunto la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici, con limite posto a 17 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili. Tetto a 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza invece per tutti gli altri edifici. Nel regolamento si indica poi una riduzione di 15 giorni di accensione degli impianti termici. Nello specifico, la data di inizio verrebbe posticipata di otto giorni, quella di fine anticipata di sette, eccezion fatta quegli ambienti che ospitano utenze sensibili, come ospedali e case di ricovero. C’è poi un elenco di comportamenti “da promuovere” e quindi una serie di consigli. Tra questi la riduzione della temperatura e della durata delle docce, l’uso anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione dell’acqua sui fornelli e riduzione del tempo di accensione del forno. Ancora, l’uso di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di quest’ultima quando non in funzione. Evitare poi di lasciare in stand by TV e decoder, ridurre le ore di accensione delle lampadine. Queste misure, secondo le intenzioni del Governo, dovrebbero portare a una riduzione dei consumi per 3,2 miliardi di metri cubi di gas a cui si aggiungerebbero circa altri 2,1 miliardi dati dalla produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas. Sei centrali a carbone e una a olio sono già attive e la loro produzione di energia potrebbe aumentare per riuscire a salvaguardare le scorte di gas, nonostante il concomitante aumento di CO2.