Era già stato mediatore in Mozambico nel 1992, ed ora a distanza di trent’anni è stato nuovamente scelto dalla Santa Sede per una missione di pace a Kiev. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è arrivato nella capitale dell’Ucraina nella giornata di ieri per prendere contatto con le autorità allo scopo di favorire iniziative umanitarie che possano aprire corridoi tra le due linee. Nel pomeriggio ha visitato Bucha, nella regione di Kiev, e ha visto con i suoi occhi la distruzione provocata dal conflitto. In particolare, si è recato nella chiesa di Sant’Andrea, dove furono sepolti 119 civili durante la breve occupazione russa. In serata ha poi incontrato il commissario per i diritti umani del Parlamento Ucraino. La visita di Zuppi coincide con l’inizio della controffensiva ucraina e la sua prima richiesta, a nome del Papa, è sicuramente quella di evitare l’escalation. Non si tratta di offrire valutazioni militari, politiche e territoriali, ma sostanzialmente morali: evitare nuove tragedie, cercare di non far coincidere le esigenze belliche con forme di odio ideologico, etnico e religioso. Come spiegato fin dall’inizio lo scopo della missione è quello di creare le condizioni per un clima di pace, oltre alle raccomandazioni sul trattenersi da offensive devastanti. Per quanto riguarda il Cremlino ha commentato la visita del Cardinale Zuppi limitandosi a precisare che il Presidente russo Vladimir Putin non ha per ora in programma nessun incontro con l’arcivescovo di Bologna.