Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici. A rischio sono molti degli alimenti della dieta mediterranea, con un taglio del 15% della produzione di riso, del 12% per il vino mentre il calo per la frutta arriva al 60% per le ciliegie e al 63% delle pere. Colpite anche le colture autunnali, come le zucche in calo del 20% o le castagne, praticamente dimezzate. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti nel giorno di San Martino, la Giornata nazionale del Ringraziamento. Un appuntamento che cade nel giorno della fine dell’annata agraria, che chiude tradizionalmente il bilancio di un anno di lavoro nelle campagne. Anche la produzione dell’olio extravergine nazionale, stimata in circa 290mila tonnellate, è ben al di sotto della media dell’ultimo quadriennio. Il 2023 è stato, infatti, segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi, per alcuni mesi, dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, dove a pagarne il prezzo più alto è l’agricoltura, l’attività economica che più di tutte vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Una nuova sfida per le tante imprese agricole – ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini –, che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Senza dimenticare la necessità di investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, da utilizzare nel momento del bisogno.