Più argilla dalla Germania per fronteggiare lo stop all’importazione di quella Ucraina, estratta prevalentemente nelle miniere di quel Donbass teatro di guerra. L’accordo, firmato in occasione di Ceramitec, la fiera internazionale del settore ceramico e delle materie prime, prevede un aumento dei flussi di argilla dei produttori tedeschi verso l’industria ceramica italiana fino al +10% entro la fine di agosto e fino al +30% entro dicembre 2022. Fino all’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina oltre la metà dell’argilla importata dalle aziende ceramiche proveniva dal Donbass perché da quelle cave veniva estratto il minerale più adatto soprattutto alle grandi lastre: più bianco e più plastico rispetto a tutti gli altri. Da Febbraio in poi si sono cercate numerose alternative, dall’India alla Turchia, aumentando con il “Memorandum of Understanding” firmato in Baviera, l’importazione di un prodotto tedesco che comunque già oggi era tra i più utilizzati dalle aziende made in Sassuolo. La materia prima viene trasportata prevalentemente sulla rete ferroviaria, con treni dedicati, che garantiscono anche il massimo contenimento degli impatti ambientali.