Nel video l’intervista al Prof. Pietro Bertolasi, Chimico Ambientalista

Le immagini catturate dal satellite dell’Agenzia Spaziale Europea sono devastanti: da gennaio, la Pianura Padana soffoca sotto una nube rossa di smog di polveri sottili, diventando uno dei territori più inquinati al mondo. Più dell’India, più del Bangladesh. Lì sotto c’è anche Modena che, dall’inizio dell’anno, ha già totalizzato 28 giorni di sforamento. Le cause sono le più varie. Prima di tutto, c’è il dato geografico, ovvero la peculiare conformazione della zona che, certo, non aiuta a smaltire le concentrazioni di smog. Poi, c’è la vasta industrializzazione, l’alta densità della popolazione, il consumo di suolo, la circolazione di veicoli inquinanti. Tutti fattori che favoriscono l’inquinamento. Senza dimenticare la produzione di rifiuti urbani, poi smaltiti nell’inceneritore, che impatta tantissimo. Natura da una parte, uomo dall’altra. Al centro, resta pur sempre lo smog. Cosa fare, allora, per limitare i danni e dare un contributo in positivo a un territorio che, per sua conformazione, già soffre e continuerà a farlo?