Sono passati 7 anni dal quel 19 gennaio del 2014, quando l’alluvione del Secchia provocò danni ingenti nei comuni di Bomporto e Bastiglia. Era l’alba quando all’altezza della frazione di San Matteo, alle porte di Modena, l’argine del fiume Secchia si ruppe, invadendo case, strade e aziende. Fu l’inizio di un incubo, che causò perdite materiali enormi, per danni stimati attorno al milione di euro. E purtroppo si contò anche una vittima. Giuseppe Oberdan Salvioli, 43 anni, il cui cadavere fu trovato due settimane più tardi. Salvioli era scivolato da un gommone mentre tentava di prestare aiuto ai vicini di casa, bloccati dalle acque che avevano inghiottito tutto ciò che incontravano. Per il suo gesto Giuseppe Oberdan Salvioli fu insignito nel 2018 con la medaglia d’oro al valore civile. A distanza di sette anni da quell’alluvione, che i tecnici stabilirono fu causata dalle tane scavate negli argini da animali selvatici quali tassi, istrici e volpi, la ferita è ancora aperta, e difficilmente si rimarginerà. Una ferita che è tornata a bruciare dopo quanto accaduto poco più di un mese fa a Nonantola: scene dolorose che hanno fatto tornare alla mente quel dramma che tutti si auguravano di non rivivere mai più.