«È un segnale estremamente positivo constatare che l’occupazione femminile raggiunge buone percentuali in settori considerati da sempre prevalentemente “maschili”. Si tratta di un grande passo in avanti verso la riduzione degli stereotipi e verso una vera parità di genere, anche se molto è ancora da fare». Rita Cavalieri, presidente Gruppo Donne Lapam Confartigianato, esprime soddisfazione analizzando i dati forniti dall’ufficio studi Lapam riguardo al dato dell’occupazione femminile e della percentuale di donne sempre maggiore che decidono di intraprendere un percorso universitario nelle cosiddette materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Stando agli ultimi dati, analizzati dall’ufficio studi Lapam ed elaborati da AlmaLaurea di Unimore a fine 2021, i laureati presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sono stati complessivamente 1640: nel 57,1% dei casi si tratta di studentesse. Analizzando più nel dettaglio le discipline STEM, si nota come si siano laureati 415 studenti, il 26,5% dei quali donne. Il dato sicuramente significativo riguarda il tasso di occupazione a 5 anni dalla laurea: l’ultimo rilevamento disponibile evidenzia che ha trovato occupazione il 94,6% delle donne laureate nelle STEM. Un dato in crescita rispetto al 2020 di 2,5 punti percentuali e in aumento del 3,4% rispetto al 2012, il primo anno in cui è iniziata la raccolta dei dati per la rilevazione campionaria. La percentuale del tasso di occupazione femminile a 5 anni dalla laurea nelle materie STEM rimane sempre leggermente inferiore a quella maschile, ma con il tempo questa differenza si è assottigliata sempre di più: basti pensare che nel 2020 l’occupazione maschile a 5 anni dalla laurea era pari al 97,5% mentre quella femminile, come detto, al 92,1%. Nel 2021 invece il dato di quella maschile si è attestato al 95,9%, mentre quella femminile al 94,6%.
«Questi dati mostrano come le aziende abbiano voglia di inserire all’interno dei propri team figure femminili – prosegue la presidente del Gruppo Donne Lapam, Rita Cavalieri –. Quest’analisi genera fiducia in quelle ragazze che vogliono intraprendere percorsi in materie considerate prevalentemente maschili, offrendo uno sbocco professionale a tantissime studentesse che hanno la passione per le scienze, le tecnologie, l’ingegneria e la matematica».